R∴S∴A∴A∴
la nostra origine


Breve storia della G∴L∴N∴L∴M∴I∴

Il 24 giugno 1717, giorno di San Giovanni Battista, a Londra, in Saint Paul’s Churchyard, strada che fiancheggiava il fianco meridionale della Cattedrale di St. Paul, nella taverna l’Oca e la Graticola (The Goose and Gridiron), si radunarono i Fratelli di quattro Logge, ognuna delle quali prendeva il nome dal luogo in cui si riuniva (The Crown, la Corona, a Parker’s Lane; The Apple Tree, l’Albero di Mele, a Charles Street; The Rummer and Grapes, il Calice e l’Uva, a Channel Row).

I convenuti costituirono la Gran Loggia d’Inghilterra, eleggendo il primo Gran Maestro Anthony Sayer: era nata la Massoneria moderna.

Nel 1723, e in riedizione rivista nel 1738, fu pubblicato il testo fondamentale della Massoneria moderna, “The Constitutions of the Freemasons: Containing the History, Charges, Regulations, etc. of That Most Ancient and Right Worshipful Fraternity, for the Use of the Lodges”.

Quando furono pubblicate per la prima volta le Costituzioni nel 1723, la Massoneria constava di soli due gradi, Apprendista e Compagno d’Arte; nel 1738, all’uscita della seconda edizione, ai primi due gradi ne era stato aggiunto un terzo, quello di Maestro.

In Francia la prima Loggia Massonica fu fondata da inglesi espatriati pochi anni dopo, nel 1725 o 1726. La Massoneria Inglese e quella Francese, a causa dei conflitti che divisero i due Paesi per tutta la seconda metà del XVIII secolo, restarono divise, e ciò ne favorì l’evoluzione diversificata.

La differenziazione delle due Massonerie si concretizza negli anni Quaranta del XVIII secolo: in Inghilterra compare il Grado aggiuntivo di Maestro dell’Arco Reale, riservato ai soli Massoni che avessero ricoperto la carica di Maestro Venerabile; in Francia il cavaliere André Michel De Ramsay, massone giacobita, nel 1736 pronuncia un discorso destinato ad una assemblea di Logge parigine che incanta la Massoneria Francese e favorisce la nascita dei Gradi Scozzesi.

Il Discorso di Ramsay si pone in continuità con le Costituzioni di Anderson ma, anche, evocando i Crociati, inserisce nell’alveo della Tradizione Massonica la cultura cavalleresca medievale: i Cavalieri Crociati, riscoperti a Gerusalemme i segreti del Tempio di Salomone e della Massoneria, nel XIII secolo, ormai perdura la Terrasanta, li avrebbero portati in Scozia.

Il Discorso di Ramsay, le Costituzioni ed i Regolamenti di Losanna del 1762 e le Grandi Costituzioni Federiciane del 1786, danno origine al R.S.A.A.

 La complessa genesi degli alti gradi scozzesi trova il proprio coronamento con la costituzione nel 1801 di un Supremo Consiglio a Charleston (Sud Carolina), detto Madre del Mondo, con il quale si dava attuazione alle Grandi Costituzioni Federiciane del 1786. Tra i fondatori assume particolare rilievo la figura del conte AUGUSTE DE GRASSE-TILLY, il quale fu munito di apposite patenti per promuovere la costituzione di altri Supremi Consigli nei due emisferi. Nel 1804 partecipa alla fondazione del S.C di Francia, del quale assunse il ruolo di Sovrano Gran Commendatore ad vitam, e nel 4° giorno del 2° mese dell’anno 5805 di V.L. pone la propria firma in calce alla bolla di fondazione del Supremo Consiglio d’Italia, assistito dai FF. Vidal, Renier, Pyron ed altri. Il “Supremo Consiglio dei Sovrani Grandi Ispettori Generali del 33° ed ultimo grado del Rito Scozzese Antico ed Accettato della libera muratoria per la giurisdizione massonica d’Italia” – questa la denominazione completa – viene quindi ad essere il terzo nel mondo. Sovrano Gran Commendatore venne eletto il principe EUGENIO DE BEAUHARNAIS, Viceré del Regno d’Italia e figlio di Giuseppina De Beauharnais, che sposò in seconde nozze Napoleone.

Il 20 giugno di quello stesso anno 1805, il S.C. fondava di propria autorità, come previsto dall’art. 1 del II° paragrafo della Bolla di Fondazione, la Gran Loggia Generale, denominata Grande Oriente d’Italia, posta sotto la diretta autorità di un Sovrano Consiglio di Principi Massoni Grandi Ispettori Generali del 33° grado. La Bolla conteneva anche le prime Costituzioni Generali dell’Ordine, che sancivano inizialmente l’indissolubile ed inscindibile legame tra le due Istituzioni. Ordine massonico e Rito Scozzese nascono quindi unitariamente, il primo diretta discendenza del secondo: un’unica base simbolica a fondamento di un unico Rito.

La frammentazione politica dell’Italia in più stati autonomi, tuttavia, favorì la costituzione di altri Supremi Consigli, tra i quali citiamo quello di Napoli, di Palermo, di Torino e di Firenze. Solo nel 1887, ad unità nazionale ormai consolidata, si ebbe la fusione dei vari Supremi Consigli in un unico Supremo Consiglio nazionale sedente in Roma, il quale poté con ciò vantare la continuità rispetto al S.C. di Milano del 1805, e con esso anche la Gran Loggia Generale al grande Oriente d’Italia.

La trovata unità non ebbe lunga durata: nel 1908 si consumò una scissione all’interno del Supremo Consiglio, che vide la costituzione, da parte dell’allora luogotenente S.G.C., di un nuovo Supremo Consiglio, detto di “Piazza del Gesù” in contrapposizione a quello storico detto di “Palazzo Giustiniani”.

In seno a quest’ultimo, nel 1922 sarà decretata la separazione fra la giurisdizione del Grande Oriente d’Italia e del Rito Scozzese Antico ed Accettato. La separazione giurisdizionale tra Ordine e Rito venne poi universalmente sancita nel 1929 dalla Conferenza di Parigi dei SS.CC. del mondo.

Nel ventennio fascista ogni attività massonica venne proibita ed i corpi rituali obbligati allo scioglimento (1925). Il S.G.C. Ettore Ferrari tuttavia non sciolse il Supremo Consiglio, il quale prosegui la propria attività in esilio. Al termine del secondo conflitto mondiale si ebbe la riorganizzazione nel territorio nazionale di varie associazioni di Rito Scozzese, che inizialmente si contesero la legittima discendenza dal S.C. pre-bellico, ma che finirono poi per confluire in un unico Supremo Consiglio giustinianeo guidato dal S.G.C. Tito Signorelli, garantendo e salvaguardando in tal modo la continuità storica con il Supremo Consiglio del 1805.

Nel 1967 venne eletto S.G.C. il medico chirurgo GIOVANNI PICA, che esercitò il mandato fino al 1976. Durante il suo sovranato, il S.C. italiano si presentava ormai unificato e con i riconoscimenti di entrambe le Circoscrizioni Usa. Nel 1975 presenziò alla Conferenza Internazionale dei SS.CC. tenutasi ad Indianapolis, dove fu eletto primo Vicepresidente della futura Conferenza Internazionale che avrebbe dovuto svolgersi a Roma nel 1980.

Inoltre, circostanza rilevante per quanto attiene alla successiva storia del Rito Scozzese in Italia, il S.C. guidato da Pica approva, il 23 giugno del 1968, una modifica all’art. 43 del proprio Regolamento Generale: la nuova versione attribuiva al Sovrano G.C. la “prerogativa di espellere, con proprio decreto motivato, qualsiasi Fratello e di demolire qualsiasi Corpo Rituale dipendente, per gravi e speciali ragioni di emergenza e di disciplina, allo scopo di difendere e salvaguardare la dignità e la integrità del Rito”.

Nel dicembre del 1976 il mandato di S.G.C. venne conferito al Fr. VITTORIO COLAO, il quale si ritrovò a capo di un S.C. storico, legittimo, regolare e riconosciuto da tutti i SS.CC. del mondo. Ma fu proprio durante il suo sovranato che si svilupparono insanabili contrasti tra i membri del S.C., che condussero ad un grave scisma, le cui conseguenze interessano tuttora la Massoneria italiana.

Per superare i contrasti, che ormai rendevano inoperante il S.C., avvalendosi del riformato art. 43 del regolamento generale del S.C., il 4 maggio 1977 il S.G.C. Vittorio Colao sciolse tutti i Corpi Rituali dipendenti, compreso il S.C., espulse i membri responsabili di tali conflitti, e provvide immediatamente alla ricostituzione di un nuovo Supremo Consiglio.

Il Fr. Manlio Cecovini, per altro tra i proponenti della riformulazione dell’art. 43 del regolamento generale del S.C., ex Luogotenente del S.G.C. Colao (avendo presentato già il 9 aprile del 1977 le proprie dimissioni dall’incarico per motivi di salute, dimissioni che il Fr. Colao dapprima respinse e poi dovette accettare per l’insistenza del dimissionario), di concerto con il Gran Maestro del GOI, non riconobbe legittimo l’operato del sovrano ed unitamente ad altri FF.RR. espulsi, dette come per non avvenuto lo scioglimento del S.C., ed a sua volta espulse il Sovrano Colao e gli altri membri a lui fedeli, definendo il proprio come legittima prosecuzione del S.C. del R.S.A.A. di Palazzo Giustiniani, ma di fatto dividendosi dal S.C. del legittimo S.G.C. Colao. Egli ottenne l’immediato riconoscimento del GOI, il quale si costituì quale base simbolica del S.C. di Cecovini.

Con suo decreto del 16.02.1983, il S.G.C. Fausto Bruni, succeduto nel 1978 al Fratello Vittorio Colao transitato prematuramente nelle Valli Celesti, revocò a sua volta legittimità e regolarità al G.O.I. quale base simbolica del R.S.A.A. e ricostituì il G.O.I. di R.S.A.A. (“lo stesso che trovò genesi giuridica – per la prima volta in Italia – il 16 marzo 1805 ad iniziativa del Conte August De Grasse Tilly”), assumendone la Gran Maestranza pro-tempore e poi attribuendogli, il 21 maggio 1983, in rigorosa aderenza al Documento (Bolla del 1805) l’originaria denominazione di «Gran Loggia Generale d’Italia».

Nel 1999 la Gran Loggia Generale assunse l’attuale denominazione di GRAN LOGGIA NAZIONALE DEI LIBERI MURATORI D’ITALIA – DISCENDENZA 1805, volendo con ciò ribadire anche nella denominazione la propria legittima e ininterrotta discendenza storica con la Gran Loggia direttamente e originariamente costituita del S.C di De Grasse-Tilly del 1805.

Il Supremo Consiglio facente capo a Manlio Cecovini ed ai suoi successori non ha mai tuttavia cessato di rivendicare tale legittimità e storicità per la propria organizzazione, giungendo ad adire anche la giustizia profana affinché fosse ne fosse riconosciuta la discendenza 1805. Ma la giustizia civile ha sempre respinto in numerose sentenze ogni rivendicazione in tal senso, sempre riconoscendo tale legittimità e continuità al Supremo Consiglio dei Potentissimi Fratelli Colao e Bruni, e con esso alla propria base simbolica.

Quanto sopra è ampiamente documentato nel volume “R.S.A.A. Supremo Consiglio – Documenti 1965-2006”  –  Edizioni Bastogi 2009.

Al Fratello Bruni sono succeduti nella carica di Sovrano Gran Commendatore i Pot. FF.RR. Loris Carlesi, Cesare Cocchi e Cesare Benincasa, attuale Sovrano Gran Commendatore.

Gran Maestro della Gran Loggia Generale d’Italia fu eletto nel 1978 il Risp.mo Fr. Ferdinando Antoniotti. A lui sono succeduti i FF.RR. Vincenzo Di Lisi, Michelangelo Castello, Cesare Cocchi (sotto la cui maestranza la Gran Loggia assunse l’attuale denominazione), Roberto Imperio e Antonio Cuomo, attuale Gran Maestro.